Brano: [...]roci torture che tuttavia non piegarono la sua stoica volontà. Venne fucilato alcune set

Giorgio Labò

miccia detonante. E così tante volte, ogni giorno.

Un giorno la spia Giovanni Amidel fece arrestare due compagni con una bomba. Uno dei due era a conoscenza del luogo di lavoro di Labò. Comunicai l'accaduto al mio responsabile di partito. Mi ordinò di salvare il possibile ai più presto. Passai l'ordine. L’indomani Giorgio Labò cadeva nelle mani delle S.S. nell’adempimento del suo dovere. Il giorno dopo caddi anch’io.

Era solo nella cella n. 31 del 5° piano del carcere di via Tasso (v.). Quando dallo spioncino della mia cella l'ho visto la prima volta, mentre si recava alla ritirata, era già legato mani e piedi e recava sul volto i segni di violente percosse. Finalmente un giorno riuscii ad avventurarmi fino a lui. Con voce strozzata per non farmi sentire dalla guardia lo chiamai: " Giorgio ”. ” Chi sei? " disse. ” Giacomo

Allora sentii dietro la porta il suo sorriso: ” Anche tu Era il sorriso di chi trova un amico dentro la te[...]

[...]. Mi accusa perché non capisce niente, lo mi difendo scaricando tutto su Gianfranco che è morto. Ma il bassetto non capisce niente e fregherà anche se stesso

Questa volta Io sentii più stanco, e gli dissi: ” Resisti ancora " Finché posso ”, rispose.

Ma potè di nuovo e sempre, fino alla morte. S’era allenato a resistere trasportando per Roma bombe, esplosivi, miccia e detonatori. li martirio della legatura mani e piedi durò diciotto giorni. Le mani strette dietro la schiena; una sull'altra; deve giacere bocconi per evitare che il peso del

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Brano: Labò, Giorgio

suo corpo ricada in modo insopportabile sulle mani tumefatte e gonfie per il nodo strettissimo delle corde. Durante la giornata lo sciolgono soltanto per ingoiare il poco cibo e per andare alla ritirata. Pochi istanti e se non parlerà non Io scioglieranno più. Le mani sono diventate livide ed enormi per il gonfiore; il difetto di circolazione ha provocato anche sul suo volto gonfiori e rose di sangue. Attorno ai polsi un solco putrido, prodotto dalla corda, notevolmente profondo. Infezione, cancrena. Solo allora fu tolta la tortura, ma troppo tardi. Continuamente sottoposto a grande sorveglianza. Lo visitavano almeno dieci volte al giorno. Lo minacciavano. Poi mi portarono a Regina Coeli.

Qualche giorno dopo arrivò un altro da via Tasso e mi raccontava di un certo Labo che aveva marcato visita per i polsi infetti e che il dottore aveva ordinato immediat[...]

[...]evolmente profondo. Infezione, cancrena. Solo allora fu tolta la tortura, ma troppo tardi. Continuamente sottoposto a grande sorveglianza. Lo visitavano almeno dieci volte al giorno. Lo minacciavano. Poi mi portarono a Regina Coeli.

Qualche giorno dopo arrivò un altro da via Tasso e mi raccontava di un certo Labo che aveva marcato visita per i polsi infetti e che il dottore aveva ordinato immediato intervento chirurgico, pena l'amputazione delle mani. L’indomani leggevo sul giornale che Giorgio Labò era stato fucilato, senza processo, con quattro altri compagni, il 7 marzo 1944. Molti compagni di sventura lo ricordavano dicendo: ” Quello era un eroe. Ad ogni domanda, ad ogni tortura, rispondeva sempre: ’ Non

lo so e non lo dico ’ " ».

Oggi, sulla stretta cornice di travertino della porticina dello stabile 4023/A di via Giulia, dove aveva sede l'artiglieria partigiana, si legge in rosso una scritta: « Gloria a Giorgio Labò Eroe nazionale ».

A.Tr.

Labriola, Antonio

N. a Cassino il 2.7.1843, m. a Roma il 2.2.1904; filosofo e p[...]

Brano: [...]erraggio delle forze aerotrasportate della Resistenza di cui si attende l'arrivo da Algeri, vedono planare sulle loro teste una quarantina di alianti trascinati da aerei. Gli apparecchi scendono da sud, arrivano dunque, si pensa, dall'Algeria; ci si accorgerà presto che questo orientamento favorevole non è che un'astuzia del nemico.

Sul campo regna la gioia. Le mitragliatrici che assicurano la difesa tacciono. Degli evviva si levano al cielo. Le mani si alzano per salutare i rinforzi lungamente attesi. Ma bruscamente i F.F.I. sono disingannati, vedono i 40 alianti cessare le loro evoluzioni per piombare su di loro verticalmente. Le mitragliatrici crepitano, ma è troppo tardi. Un aliante colpito in volo si schiaccia al suolo con un fracasso spaventoso. Ma il resto della squadriglia atterra normalmente, dei soldati saltano frettolosamente dagli api parecchi, in alcuni erano in dieci, in altri venticinque o trenta. In totale sono 500 uomini in uniforme delle S.S. che si buttano a terra, si disperdono rapidamente secondo un piano prestabilito[...]

Brano: [...]Apfelkern), Coopérative générale du cinéma frangais, 1945, regista René Clément; Le pére Tranquille (Eroi senz’armi), BCM, 1946, regista René Clément; La rose et le réséda, 1946, regista Michel André; Le silence de la mer (Il silenzio del mare), 1947, regista Jean Pierre Melville; Les cassepieds (Gli scocciatori), Ginéphonie, 1948, regista Jean Dréville; Guernica (Guernica), Panthéon 1950^ registi Alain Resnais e Robert Hessens; Les mains sales (Le mani sporche), Film F. RiversEden, 1951, registi F. Rivers e S. Berrian; Les évadés (Gli evasi), Cocinor St. James Film, 1954, regista J.P. Le Chanoisr